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Un rispettoso restauro unito a un progetto di ristrutturazione interna attuale e fuori dai soliti schemi.
Risultato: uno spazio abitativo pieno di personalità e di glamour
Non è da tutti avere, incise sopra la porta di casa, la data di costruzione e le proprie iniziali. Il dottor Antonio Fedrizzi ha questo privilegio, accentuato dal fatto che in realtà le iniziali sono quelle del nonno, che nel 1920 fece erigere questa particolare abitazione, proprio addossata al campanile della chiesa del paese. A pochi minuti da Trento, nella tranquillità della vita extracittadina, questa inusuale abitazione per le sue caratteristiche è sotto la tutela della Sovrintendenza alle Belle Arti; ciò significa che quando se ne è iniziata la ristrutturazione si è dovuto tener conto dei vincoli precisi imposti. Più che un limite l’iter è stato di stimolo per il committente dottor Fedrizzi, per il progettista architetto Alessia Buratti e per Ballarini Interni che ne ha curato la disposizione e l’arredo degli ambienti, proponendo non solo elementi di grande design ma realizzazioni su misura quando se ne è presentata la necessità. Tutti d’accordo nel trovare soluzioni razionali e confortevoli, ma evitando i cliché usuali in questo tipo di abitazione in cui il carattere rustico generalmente prevale. Il risultato è un intervento “di testa”, molto intellettuale, ma anche molto accogliente: e non sempre queste caratteristiche coincidono.
Già la porta d’ingresso esprime, con la sua unica anta a basculamento verticale, un’idea di forte personalità e rigore: grande pannello dalle linee essenziali per lasciare la scena al bellissimo stipite ad arco ribassato che la contorna: quadro e cornice in perfetta sintonia. Questo “colloquio” tra antico e attuale qui espresso pervade ogni spazio interno, con coerente e accorta esaltazione del preesistente, che diventa quasi elemento museale, come la parete in pietra faccia a vista del campanile a cui la casa si addossa, presente per tutta l’altezza dei tre piani, intesi come open space, per cui si è inseriti in uno spazio articolato e continuo, senza frazionamenti di sorta. Questo equilibrio è rafforzato dalle scelte dei materiali e dei colori: i pavimenti e la scala sono in teak, le pareti e le pareti attrezzate sono bianche, bianchi i serramenti e gli elementi riscaldanti. Anche la bella travatura, che movimenta le varie altezze dei soffitti, è stata dipinta di bianco per dare massimo risalto all’essenza del legno del parquet.
I 90 mq. disposti su tre piani sono così distribuiti: al piano terra ingresso, zona spogliatoio (armadiatura Poliform in legno bianco laccato), bagno di servizio e vano scala. Su disegno il corrimano della rampa d’avvio, un teso arco in acciaio spazzolato che sembra quasi suggerire una scelta più volte ricorrente nell’arredo: linee curve, eleganti, in contrasto con le lisce superfici di pareti e contenitori.
Al piano intermedio il living è costituito dal grande e luminoso soggiorno in cui il protagonista è il divano Tuftytime di Patricia Urquiola per B&B Italia con relativo ampio pouff; per la cucina la scelta è stata Convivium di Arclinea in laccato lucido colore bianco con piano in corian bianco ed elettrodomestici di ultima generazione di Neff, tavolo “S Table” di Mdf Italia con basamento ad “S” fatto in torsione in cristalplanto bianco e piano in cristallo trasparente per apprezzare la matericità del supporto, sedie M1 molto minimali sempre di Mdf Italia, lampadario di Artemide mod. Pierce in alluminio verniciato bianco.
La zona tv è costituita dal sistema componibile Vita di Mdf Italia, un insieme modulare nato alla fine degli anni ’60 dagli studi del matematico John Canway, che ottenne infinite possibilità di assemblaggio da sette segni disposti in sequenze ordinate secondo regole di gusto e funzionalità. In questo modo la parete potrà variare nel tempo a seconda delle esigenze. Sul secondo tratto di scala un trave trasversale è diventato la base perfetta per la scultura di Bruschetti, che ribadisce la presenza nella casa di armoniose forme fitomorfe.
La mansarda ospita la zona notte, l’angolo studio e il bagno, a lato dello studio stesso. Li divide una parete in cristallo su disegno con porta scorrevole, secondo una scelta di massima connessione fra le zone, con immediata percezione di tutta la profondità dello spazio. Il letto è Zoe di Poliform in laccato lucido bianco, il profondo armadio è fatto su misura in falegnameria con grandi ante scorrevoli, le lampade a parete di Artemide sono le Tolomeo basculanti, ideali per la lettura serale.
Allo scrittoio di Poliform laccato lucido bianco sono accostate le sedie Pantom chair di Vitra. Anche il mensolone del bagno che sorregge i due lavabi è eseguito su disegno.
L’intera abitazione sembra quasi l’interno di una preziosa conchiglia madreperlata in cui una mano felice ha disposto in posizioni strategiche alcuni accenti di colore. Infatti il monocromatismo non è casuale. Gli inserimenti di tappeti, di opere pittoriche alle pareti, di pezzi d’arredo d’autore dall’impatto deciso sia per la forma che per la tinta, come la sedia gialla Sign di Mdf Italia nell’asettico spazio dell’ingresso, hanno la peculiarità di accentuare un angolo, caratterizzare un passaggio, ma soprattutto di esser letti in tutta la loro bellezza, senza fuorvianti sovrapposizioni.
Il padrone di casa, amante dell’arte e attento ricercatore di opere legate al territorio, ha trovato nella sua dimora il luogo ideale di accoglienza delle opere oggetto delle sue ricerche e delle sue acquisizioni.